RALLY MEETING 2023Nei tre giorni della manifestazione in programma alla Fiera di Vicenza il 3, 4 e 5 febbraio saranno ripercorsi 60 anni del campionato italiano rally

Rally Meeting, in programma a Vicenza il 3, 4 e 5 febbraio, ripercorrerà anche la storia del campionato italiano rally. Miki Biasion, che della manifestazione è l’ideatore, l’organizzatore e il patron, vuole rendere omaggio a tutti i grandi campioni che hanno esaltato lo sport del traverso, facendo rivivere le loro straordinarie imprese.
La prima edizione del torneo tricolore andò in scena nel 1961, l’anno delle celebrazioni per il 
primo centenario dell’unità d’Italia. La disciplina era agli albori e la Csai l’aveva classificata come “competizione turistica” con prove di velocità o di abilità da “svolgersi prevalentemente su percorsi in salita o su circuiti che offrano ogni garanzia per l’incolumità dei piloti e del pubblico.” Già ricco il quadro dei partecipanti, con in prima fila Arnaldo Cavallari, Giulio Bisulli, Ferdinando Tecilla, Fulvio Lipizer, Luigi Tabaton ai quali ben presto s’aggiunsero piloti del calibro di Leo Cella e Franco Patria, il velocista Gigi Taramazzo e l’indimenticato Ignazio Giunti. Dieci
le gare in calendario: dalla Coppa Rivera di Ponente al Rally Trulli e Grotte passando per il Rally internazionale della Sardegna, il Rally dei Rododendri e il Rally delle Dolomiti. Ad aggiudicarsi il primo titolo tricolore fu Luigi Marsaglia, al volante di una Fiat 1100 TV.
Nei tre anni successivi ad imporsi fu Arnaldo Cavallari alternatosi al volante di una A.R.
Giulietta TI e di una Giulia Super, rivelandosi anche uno scopritore di talenti. L’adriese chiamò
al suo fianco un giovanissimo Sandro Munari, conosciuto durante una gara di kart. Poi toccò
ad Enzo Martoni e Leo Cella, quindi nel 1967 a Sandro Munari. Cavallari, in coppia con Dante Salvay su Lancia Fulvia HF 1.3 ritornò sul podio più alto nel 1968. Nel 1969 Sandro Munari si riprese la corona. Alcide Paganelli, coadiuvato da Nini Russo, nel 1970 portò al vertice della classifica la Fiat Sport Spider gruppo 4, dopo aver vinto il Rally dell’Isola d’Elba e l’Alpe della Luna, precedendo nella graduatoria nazionale Sergio Barbasio e Pino Ceccato. Barbasio, con Piero Sodano alle note, vinse il tricolore nel 1971 (tre vittorie assolute: 1000 Km dell’Adriatico, Alpi Orientali, Medio Adriatico) anticipando Luciano Trombotto e ancora lo scledense Ceccato. Il ligure, portacolori della Lancia, si ripetè nel 1972. Nel 1973, invece, toccò ad Amilcare Ballestrieri in coppia con Silvio Maiga. Maurizio Verini mise tutti in riga nel 1974. L’anno dopo il titolo non sfuggì a Bobo Cambiaghi, la “Jena”, che sul sedile di destra aveva Emanuele Sanfront. Toni-Mannini, con la Lancia Stratos, s’imposero nel 1976; Pregliasco-Reisoli primeggiarono nel 1977. Vudafieri salì sul podio più alto nel 1978 e dodici mesi dopo fu costretto a cedere le insegne del primato al corregionale Tony.

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